Annunciata la petizione per chiedere la modifica della Legge 210/92

Buongiorno a tutti.

Martedì 20 novembre 2018, è stato dato l’annuncio in Aula alla Camera dei Deputati, del deposito della mia petizione, ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, per la modifica del testo della Legge sul riconoscimento dell’indennizzo da danno da Vaccino.
Durante le indagini della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito della Legislatura 17°, di cui sono stato Vicepresidente, sono stati molti i racconti di malfunzionamento del sistema di indennizzo. Lo scopo di questa modifica è quello di creare degli automatismi per riconoscere l’indennizzo almeno per quelle reazioni avverse censite, riconoscere la concausa delle vaccinazioni a danni non direttamente correlabili e la possibilità di sistemare il problema legato alle domande presentate fuori tempo massimo.

La potete leggere qui: Testo della petizione

Ivan Catalano

Dall’Europa nuove regole per i farmaci emergenziali

Giovedì 25 ottobre è stato approvato al Parlamento Europeo una revisione del regolamento (CE) n. 726/2004 che istituisce procedure comunitarie per l’autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per uso umano e veterinario. Nulla di strano diremmo, ma l’introduzione dell’articolo 14 bis mi lascia alquanto perplesso:

“Articolo 14 bis

1. In casi debitamente giustificati, per rispondere a esigenze mediche insoddisfatte dei pazienti, può essere rilasciata un’autorizzazione all’immissione in commercio, prima della presentazione di dati clinici dettagliati, per medicinali volti a trattare, prevenire o diagnosticare malattie gravemente invalidanti o potenzialmente letali, a condizione che i benefici derivanti dalla disponibilità immediata sul mercato del medicinale in questione superino il rischio dovuto al fatto che sono tuttora necessari dati supplementari. In situazioni di emergenza l’autorizzazione all’immissione in commercio di tali medicinali può essere rilasciata anche in assenza di dati preclinici o farmaceutici completi.

La lettura di questo articolo mi sembra in linea con ciò che sta succedendo in campo vaccinale e sembrerebbe dare copertura legislativa alla produzione di vaccini sperimentali per le cosiddette “emergenze“.

Dicono che per i vaccini valgono le stesse regole che per i farmaci normali, sarà vero? Sarà sempre così? Io qua già vedo una corsia preferenziale.

Se poi consideriamo che la ricerca farmaceutica sta andando verso i farmaci biotecnologici, con grossi problemi di purificazione, come faranno a testarli dato che saranno farmaci personalizzati? Cioè fatti apposta per quella persona.

Questa norma sembra fatta per sostenere la nascita di questi nuovi farmaci come gli anticorpi monoclonali e i nuovi vaccini biotecnologici.

Ad oggi c’è già una linea guida dedicata ai farmaci “particolari” che prevede una deroga presente nell’articolo 14 comma 8 del regolamento 726/2004. Pare che non sia sufficiente.

Mi vien da chiedere è nato prima l’uovo o la gallina (Regolamentazione o Lobby Farmaceutica)?

Ivan Catalano

#DDL770: Audizione di #IoVaccino

Il ciclo di audizioni in merito al DDL770 è cominciato. Il Presidente della Commissione Sileri ha comunicato che sono oltre 70 le richieste di audizioni accolte. Nella giornata del 30 ottobre 2018, è stata ascoltata l’associazione di #IoVaccino. Vorrei analizzare con voi i loro documenti depositati.

Nel file di Presentazione l’associazione ha puntato a ribadire quelli che sono i suoi caratteri ideologici:

In pratica, a parte che chi espone dei dubbi porta argomentazioni scientifiche e valutazioni mediche a corredo con bibiliografia scientifica relativa, il resto dei punti è un manifesto sono palesamente in contrasto con l’articolo 32 della costituzione che afferma che lo stato può imporre un trattamento obbligatorio, ma senza ledere la dignità dell’individuo, il che vuol dire che deve fare in modo di tutelare la sua salute il più possibile: ovvero il principio di precauzione. Gli esami pre-vaccinali, non solo esistono, ma vengono richiesti dall’industria farmaceutica e servono a dare indicazioni al medico se effettuare o meno la vaccinazione su un paziente con problemi specifici e non sono elencati nei nomi ma nelle finalità.  Alcuni pazienti non hanno mai avuto modo di valutare il loro sistema immunitario o le loro allergie e intolleranza, quindi occorre fare delle valutazioni preliminari prima della vaccinazione, per tutelare chi è più debole dalle reazioni avverse evitabili. I vaccini monocomponente, forse intendevano monovalenti, sono da preferire ai polivalenti, primo perché le vaccinazioni fatte antigene per antigene sono più sicure, consentono di verificare le reazioni e di correlarle meglio, e poi perché se si vaccina per una malattia di cui il paziente gode di immunità naturale, si vanno a sostituire gli anticorti naturali con quelli vaccinali che sono di durata inferiore. Infine si va a stimolare il sistema immunitario inutilemente espondolo a rischi di reazione avversa evitabili. Se posso evitare un rischio perché non farlo?

Nella seconda slide  invece troviamo le solite considerazioni, chiaramente  non sono da bibbliografia scientifica (salvo poi chiederla agli altri), che puntano ad affermare la necessità delle vaccinazioni e dei vaccini nella storia (ignorando i grafici e le serie storiche), insistendo sul fatto che la propaganda antivaccinista (chissà perché le famiglie di danneggiati da vaccino sono contro le vaccinazioni, difficile dare una risposta) ha avuto modo di diffondersi grazie alla rete, quando in realtà è la propaganda vaccinista (e qui che non sappiamo il perché viene fatta e da chi è sostenuta, anche se un’idea ce l’abbiamo) ad essere esplosa.

Nella terza slide invece, c’è un vero e proprio manifesto di intolleranza incostituzionale, di non rispetto delle libertà altrui. Vogliono poter decidere per te sempre e comunque, ignorando che la salute è un diritto personale: “Tutta la comunità deve essere protetta: se è necessario l’obbligo vaccinale, sia esteso a tutte le scuole di ogni ordine e grado, sia esteso a tutto il personale sanitario che opera nel SSN (come dipendente o in convenzione)“. Ignorano completamente che i vaccini monovalenti sono presenti sul mercato, ma sopratutto è la domanda a generare l’offerta, e non il contrario, quindi se il pubblico chiede il mercato fa: “No a richieste scientificamente ngiustificate, come l’introduzione dei vaccini monocomponente non presenti sul mercato. I vaccini combinati rappresentano un’innovazione importante e sono fatti nell’interesse del bambino che così riduce il numero di iniezioni.“, la loro preoccupazione è il numero di punture. Affermazioni del tipo: “La legge deve considerare la tutela della collettività al di sopra della “libertà” dei singoli” da cosa nascono? Sono gravi e sono preoccupanti da un punto di vista democratico. La salute collettiva non esiste, è una astrazione statistica, un indice per valutare gli investimenti in sanità, è usato in costituzione solo per casi di vera emergenza dove a rischio, serio e verificabile, c’è una grossa fetta della popolazione, ma che non può essere definita astrattamente con “tutta”. Poi vogliono “ordine e disciplina“, vogliono imporre il loro pensiero bloccando quello altrui: “Monitoraggio dei gruppi antivax e dei medici a cui fanno riferimento. Le istituzioni pubbliche devono impegnarsi per evitare ogni tipo di supporto (patrocini, sponsorizzazioni, etc.) a tali gruppi, riconoscendo il danno alla salute pubblica posto in essere. Gli Ordini provinciali dei Medici devono vigilare attentamente, ponendo in essere tutti gli strumenti atti alla tutela della onorabilità della professione medica“, togliere i patrocinio? Ma il patrocinio si da per manifestazioni coerenti con la costituzione della repubblica, mica per manifestazioni coerenti al manifesto di iovaccino.

La quarta slide è una testimonianza, e alle testimonianze si porta sempre rispetto. Però bisogna distinguere quando una testimonianza chiede libertà di scelta, che include il diritto a vaccinarsi per chi vuole, ha paura o semplicemente ne sente la necessità o viene convinto da altri a farlo (per sua ignoranza e senza avere le competenze anche), da una testimonanza usata per chiedere limitazione della libertà, perché non include la posizione dell’altro, anzi lo vede come un pericolo per se stesso. Ma gli altri non sono un pericolo, un non vaccinato non è un pericolo per gli altri. La propaganda lo trasforma in un untore, la realtà è diversa, e manzoni ci ha insegnato parecchio sui nostri errori, raccontandoci la vicenda della Colonna Infame.

Ivan Catalano

PS: sono in attesa di sapere quando verrò audito.

DDL770: modifiche al ruolo del medico, di AIFA e sulla propaganda

Dopo aver trattato negli scorsi post il tema dell’Anagrafe Vaccinale e del principio di precauzione, oggi vorrei prendere in considerazione del ruolo del medico, di AIFA e la propaganda sui vaccini nelle scuole.

In quest’ultimo pacchetto di modifiche, che presenterò mediante emendamenti ai senatori, chiederò le seguenti modifiche:

  1. rafforzamento del principio per cui il medico curante è tenuto al segreto professionale in merito ai dati raccolti con l’anagrafe vaccinale ed è responsabile del monitoraggio a lungo termine delle reazioni avverse, questo per poter consentire una farmacovigilanza attiva e una raccolta statistica significativi di dati post vaccinazione, in merito alle reazioni avverse. In questo modo si responsabilizza la figura del medico curante e si destinano risorse per l’adempimento delle sue funzioni. 
  2. abrogare la presenza di diritto di AIFA in tutti i procedimenti di lite giudiziaria per danno da vaccino, inserita nel decreto Lorenzin e non abrogato dal ddl770,
  3. eliminare la propaganda vaccinale dalle scuole. Il testo di legge infatti prevede che vengano predisposte delle ore dedicate alla propaganda vaccinale per gli studenti.

Nel prossimo post pubblicherò gli emendamenti che intendo proporre ai senatori in versione integrale. Li invierò direttamente alla Senatrice, nonché relatrice del provvedimento, e alla commissione sanità.

Ivan Catalano

DDL770: Il principio di precauzione

Dopo aver trattato nello scorso post il tema dell’Anagrafe Vaccinale, oggi vorrei prendere in considerazione una lacuna del provvedimento: l’assenza del principio di precauzione.

Con il termine principio di precauzione, o principio precauzionale, si intende una politica di condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni politiche ed economiche sulla gestione delle questioni scientificamente controverse. (Wikipedia)

Per permeare il testo di questo principio, specialmente nel tema dei vaccini dove la comunità scientifica è molto dubbiosa, occorre modificare alcuni parti del testo, per questo proporrò degli emendamenti, ai senatori, che:

  1. Innanzi tutto eliminino il concetto di “Copertura Vaccinale“. Questa dicitura considera sufficiente, nonché necessaria, la sola puntura, la sola somministrazione del farmaco per risolvere il problema delle malattie infettive, in coerenza con la teoria dell’immunità di gregge vaccinale. Non solo questa è scorretta dal punto di vista scientifico, la puntura non garantisce l’immunità, ma non tiene conto delle condizioni del paziente prima della vaccinazione, esponendolo a dei rischi inutili. Quindi occorre parlare di “Immunizzazione” e non di copertura vaccinale;
  2. elimini tutta la parte riguardante la lotta alla riluttanza vaccinale, tale lotta infatti può porre dubbi di legittimità costituzionale. In questo modo si risparmiano anche delle preziose risorse. il principio di precauzione è completamente conforme all’articolo 32 della costituzione che prevede limitazioni alla libertà di scelta in materia sanitaria, secondo principi di proporzionalità e di tutela della dignità e della salute del singolo.
  3. inseriscano gli esami pre-vaccinali nella profilassi vaccinale. Occorre inserire nel testo questa previsione che ha il fine di tutelare la salute del vaccinando. Una corretta vaccinazione, basata sul principio di precauzione inoltre, prevede una corretta anamnesi del paziente per limitare i rischi di reazioni avverse;
  4. dicano quando è possibile ricorrere alla vaccinazione, in quanto, essendo una pratica ad alto rischio soggettivo e non standardizzabile, deve essere usata solo in casi estremi. Per questo occorre precisare che per malattie curabili non è necessario inserire un obbligo vaccinale. Rimane l’obbligo solo per le malattie più gravi da un punto di vista di rischio biologico;
  5. inseriscano il limite dei 3 anni di età sotto la quale non si dovrebbe vaccinare onde evitare inutili rischi di reazioni avverse comprese quelle più gravi che possono anche condurre alla morte per SIDS dell’infante, il quale tra l’altro non ha nemmeno un sistema immunitario ancora ben formato. In questo modo si aumenta l’efficacia della vaccinazione in termini di immunizzazione abbattendo i rischi di reazioni avverse legate al periodo infantile;
  6. vengano esclusi dalla vaccinazione coloro che risultano già immunizzati e che sia tolto l’obbligo vaccinale lasciandolo di norma facoltativo. L’obbligo sarebbe limitato negli ambiti nel quale si ha un reale rischio biologico con dei poteri di chiusura degli spazi pubblici. Se c’è vero rischio si chiudono gli spazi pubblici non si creano discriminazioni per l’ingresso;
  7. vengano usati i vaccini monovalenti e monodose, nonché quelli più puri è in ottemperanza del principio di precauzione, in quanto questa rientra tra le misure anche raccomandate dalla commissione di inchiesta uranio impoverito e vaccini.

Ivan Catalano

DDL770: Analisi dell’Anagrafe Vaccinale

L’Anagrafe Vaccinale è stata introdotta dall’articolo art. 4-bis del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni dall’art. 1 della legge 31 luglio 2017, n. 119, con lo scopo di creare una banca-dati dei vaccinati, per ottenere in tempo reale le percentuali di copertura per coorte di nascita e territorio, e per sanzionare coloro che non si sottopongono alle vaccinazioni. Questa anagrafe però è stata gestita in modo davvero imbarazzante, in quanto i dati personali riguardanti i bambini sono stati scambiati senza il rispetto della privacy, tra scuole, ASL, e tra persone che non avevano titolo all’interno degli istituti scolastici al fine di segregare i bambini non vaccinati ed escluderli. Questa anagrafe, benché non censurata nel suo utilizzo dal garante della privacy, a mio avviso rappresenta una vera e propria schedatura in piena violazione dei dati personali sanitari. Questa schedatura viene ripresa nel DDL770 all’articolo 4. Nel disegno di legge non si fanno passi avanti anzi, si cambia nome e la si rende di più facile compilazione ed utilizzo senza minimamente interessarsi della tutela dei dati.

Io credo che l’anagrafe vaccinale può essere utile nella misura in cui non rappresenta una schedatura, ovvero quando i dati in esso contenuti siano ad uso esclusivo, in via integrale, del titolare dei dati e al limite del medico curante, mentre in forma anonima per coloro che vogliono fare ricerche e statistiche.

Per questo motivo ho predisposto una serie di emendamenti, che pubblicherò nella loro interezza più avanti e che darò ai senatori della commissione sanità, e che puntano a:

  1. realizzare un’anagrafe vaccinale nazionale popolata dei dati, riguardanti le vaccinazioni, già contenuti nel fascicolo sanitario nazionale, questo per evitare di creare un nuovo database duplicato;
  2. definire che l’accessibilità a questi dati viene concessa in modalità integrale solo al titolare dei dati e al medico curante mente in forma aggregata a tutte le amministrazioni che ne fanno richiesta per i motivi descritti nel provvedimento;
  3. avere la possibilità di integrare l’anagrafe con i dati della farmacovigilanza c.d. attiva;
  4. dare attuazione alla raccomandazione della commissione di inchiesta uranio e vaccini della scorsa legislatura in merito all’immagazzinamento dei dati vaccinali militari all’interno del FSE civile.

Stay tuned

Ivan Catalano

Vaccinazione: per la Commissione Europea lo scoglio è la reticenza, per me è una questione di diritto

La Commissione Europea è stata investita dal Parlamento Europeo del compito di elaborare delle raccomandazioni per i paesi membri circa le vaccinazioni. La preoccupazione di base è che i cittadini sono reticenti. La commissione non ne comprende i motivi, anzi cerca di dare risposte che in realtà fanno parte di una narrazione sempre uguale.

Ciò che viene suggerito nella comunicazione COM(2018)245 è “standardizzare“. Non viene affrontato il punto cruciale, ovvero che la vaccinazione è un atto di Libera Scelta Terapeutica, nonostante tutte le bellissime premesse che vengono fatte. Per la Commissione tutto il problema è legato alle Fakenews, infatti nella comunicazione sul tema c’è un paragrafo che rimanda ad una nota (la numero 5) che punta, appunto, alla raccomandazione sulle vaccinazioni.

La reticenza è data dall’esperienza delle persone e dei genitori i cui figli hanno subito danni in seguito alle vaccinazioni. Aumentando il numero, rendendo obbligatoria questa profilassi, è aumentato considerevolmente a loro volta. Il punto è che nessuno tutela chi viene danneggiato, anzi si tende a nascondere, a non ammettere e a non riconoscere. Con la relazione finale della commissione uranio ci siamo occupati di studiare sia la profilassi che i vaccini in se, e seppur in ambito militare, le raccomandazioni che abbiamo fatto sono mutuabili verso qualsiasi tipo di profilassi, anche quella civile.

Quando si parla di vaccinazione e di vaccini, si tende a discutere per massimi sistemi, in modo generalista, come se tutti i farmaci usati siano uguali, come se tutte le malattie che vorrebbero prevenire o debellare siano uguali e i risultati siano sempre gli stessi e vittoriosi. In realtà non è così, ogni malattia è differente, ogni farmaco è differente, persino per la stessa malattia il farmaco differisce in base alla marca, al lotto di produzione (quindi al periodo di produzione). Ma non si vuole mai andare a fondo perché si ha una fiducia cieca verso questo tipo di rimedio preventivo, verso la loro efficacia e capacità di eradicare malattie, cosa che è da dimostrare ogni volta. Dimostrare che un vaccino funziona non è come dimostrare che la Tachipirina funziona. Le condizioni che servono sono diverse e laddove si sono eseguiti studi con doppio cieco i risultati non sono stati molto soddisfacenti.

La Commissione si difende dietro al fatto che questi farmaci vengano “sottoposti a rigorosi test di pre- e post-concessione, in linea con la direttiva 2001/83 / CE  e il regolamento (UE) n. 726/2004” ma si dimentica di dire che l’UE non ha un controllo sulla sicurezza, in termini di come possano evitare di danneggiare i pazienti, in quanto i regolamenti e le direttive demandano alle case produttrici diversi test e auto-dichiarazioni sopratutto riguardanti i contaminanti presenti e la loro pericolosità, nonché i limiti di tollerabilità.

La stessa EMA da me sollecitata per avere risposta sui limiti di tollerabilità totale dei composti presenti in questi farmaci, come dichiarati dai produttori, e presenti nell’organismo del paziente al termine della profilassi militare, non ha saputo darmi risposte chiare e dirette su tutti i componenti.

La reticenza è giustificata e giustificabile. E’ legittima perché nessuno è in grado di assicurare l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci.

Finché la Commissione rimarrà su questa posizione, così come il Parlamento, le persone continueranno ad avere ragione ad essere reticenti. L’Unione Europea non si può trasformare in una comunità illiberale. Non può ripetere errori storici basati sulla coercizioni nei trattamenti sanitari.

Ivan Catalano

Limiti di tollerabilità dei componenti per la profilassi vaccinale militare: l’EMA non riesce a rispondermi in modo chiaro

Il 12 Febbraio 2018 ho inviato all’EMA una richiesta mediante il loro portale diretto al cittadino, riguardo ai limiti di tollerabilità dei componenti dei vaccini, nell’essere umano. La comunicazione è stata classificata con questo codice ASK-38878. La risposta mi è pervenuta in data 20 marzo 2018 e la potete trovare a questo Link.

La lettera comincia con una precisazione da parte dell’Agenzia che afferma “For most of the substances for which you requested information, there are no European mandatory limits for vaccines for human use. For any medicine or vaccine, all constituents and quantities used must be justified with appropriate clinical and safety data”. Questa premessa conferma in parte le preoccupazioni che abbiamo avuto in commissione, circa la domanda: ma i quantitativi totali dei singoli componenti ricevuti con la profilassi completa, sono sicuri? Rientrano nei limiti di tollerabilità per il singolo farmaco?

Il resto della lettera cerca di trattare ogni tipologia di componente citando i riferimenti dove presenti. Da notare una considerazione: se i limiti fossero espliciti e facilmente reperibili, per tutti i 93 componenti citati, mi sarebbero stati scritti chiaramente, invece c’è un rimando continuo alla farmacopea europea che rende difficile trovare le risposte alle nostre domande. Questa mia considerazione è avvalorata dal fatto che laddove si conoscevano è stato espresso in modo chiaro.

Per quanto riguarda i Contaminanti, ovvero i residui, mi è stato risposto che la valutazione viene fatta attentamente in fase di AIC, analizzando il metodo con cui vengono rimossi durante il ciclo di produzione. Non c’è un valore limite ma si considera la bontà del metodo e se esso è coerente con la linea guida di riferimento. Per alcuni residui, invece, è sufficiente dimostrare che sono in atto controlli che assicurano la rimozione ad un livello accettabile, ma su discrezione sempre del produttore. Nella guida citata nella nota 7, c’è un passaggio importante dove si dice che: “Certain residuals such as residues of antibiotic, other antimicrobial agents, host cell proteins and some chemicals used in production of vaccines are known allergens with a potential for inducing undesirable  effects”, che conferma le preoccupazioni che la commissione ha avuto. Al termine della profilassi il militare entra in contatto con 93 componenti, alcuni potenzialmente tossici o scatenanti reazioni allergiche, note alla comunità scientifica.

Per quanto riguarda i limiti degli aminoacidi o altri prodotti da fermentazione, mi viene suggerito di cercare i limiti sul sito dell’EFSA, in quanto non ci sono limiti specifici per iniezione ma solo quelli per ingestione per via orale, che come noto non hanno la stessa validità. Nei limiti di tollerabilità viene infatti presa in considerazione la modalità di assunzione.

L’EMA è stata in grado di citare i limiti di alcuni elementi noti. 

Alluminio (2.5.13): massimo 1,25 mg
Calcio (2.5.14): massimo 1,3 mg
Formaldeide libera (2.4.18): massimo 0,2 g / L
Fenolo (2.5.15): massimo 2.5 g / L

Di questi quattro componenti parrebbe che l’unico ad eccedere i limiti, a seguito dell’intera profilassi, sia proprio l’Alluminio, che nella sua quantità massima teorica è di 8,72 mg, contro 1,25 mg dato come limiti per singola dose.

Per quanto riguarda il DNA cellulare ospite non ci sono limiti europei obbligatori uniformi che si applicano a tutti i prodotti medicinali. Dei limiti citati solo due ci riguardano: quello dell’epatite B, 10 pg e dell’epatite A, 100 pg. Noi abbiamo quantificato un totale di 200.004 pg di bacterically-DNA + Yest-DNA (non sappiamo se questa indicazione rispecchia quella indicata dall’EMA).

Per quanto riguarda il Thimerosal, L’EMA ha valutato la sicurezza in diverse occasioni. Nel suo ultimo position paper Il comitato scientifico dell’EMA, il CHMP, ha concluso che gli studi epidemiologici mostrano solamente che non c’è associazione tra la vaccinazione con vaccini contenenti thimerosal e specifici disturbi del neurosviluppo. Tuttavia, EMA ha ribadito che, in linea con l’obiettivo globale di ridurre l’esposizione al mercurio, lo sviluppo di vaccini senza tiomersale o con i livelli più bassi possibili di thiomersal e altri componenti a base di mercurio dovrebbe continuare a essere promosso (questa indicazione è in linea con la nostra raccomandazione di vaccini più puliti). Quando l’uso di thimerosal come conservante è necessario quindi, i livelli di residui devono essere inferiori a 40 nanogrammi nel prodotto finito, il CHMP ha ritenuto che in questa quantità non ci sono prove scientifiche che suggeriscano che tali livelli possano scatenare reazioni di ipersensibilità, il che non vuol dire che non vi possano essere reazioni per livelli differenti. Fortunatamente nei vaccini per la profilassi militare attualmente non è presente, ma prima del 2001 c’era una quantità rilevante anche di 1.000 maggiore rispetto a questo limite.

Per quanto riguarda componenti come l’albumina di siero bovino (BSA) è specificata per alcuni vaccini nella rispettiva farmacopea europea per es. vaccini contenenti antigeni di poliomielite inattivati ​​(50 ng per singola dose umana), per il vaccino contro la varicella (vivo), un BSA massimo di 0,5 μg per la dose. Nel nostro caso abbiamo una quantità totale teorica al termine di tutta la profilassi di 0,3345 μg, molto vicino al limite massimo.

Per quanto riguarda lo Squalene, è un componente di alcuni adiuvanti. Dal 1997, un vaccino antinfluenzale FLUAD, che contiene circa 10 mg di squalene per dose, è stato approvato nelle agenzie sanitarie in diversi paesi europei. Dai nostri conti risulta un totale di squalene al termine della profilassi di 9,75 mg. Quello che però preoccupa è che questa quantità di squalene presente negli antinfluenzali viene somministrata ad ogni ciclo di vaccinazione antinfluenzale che come sappiamo può essere annuale.

Questo è dunque quello che emerge da una prima lettura della lettera. Invito chiunque possa aiutarmi a dare qualche risposta in più a segnalarmi eventuali errori o migliorie nel contenuto di questo post.

Ivan Catalano

Libertà di cura: addendum!

Tempo fà ho trattato il discorso sulla libertà di cura e ciò che per me vuol dire. Oggi però mi trovo a dover fare un addendum a quella mia riflessione. Per me la libertà di cura si associa ad una libertà di scelta più generale, che comprendere anche il diritto a decidere, in casi estremi, di poter porre fine alla propria via, vedi testamento biologico, ma anche essere liberi di scegliere di poter continuare a vivere #FinoAllaFine, vedi caso del piccolo Alfie.

Su questo tema, dell’essere “libero di” scegliere come curarsi, di restare in vita nonostante le poche speranze dei medici, di scegliere terapie diverse da quelle che la comunità scientifica di stato ammette, etc.., fanno tutte parte di una grande questione liberale del diritto di scelta su come curarsi e su come vivere. Le diverse fazioni, quelle che mosse da un impulso religioso e spirituale, ammettono l’accanimento terapeutico ma non l’eutanasia, e quelle mosse da convinzioni mediche “scientifiche” (la medicina non è una scienza il termine è usato in modo improprio), che vogliono che sia perseguita la volontà del paziente solo quando si tratta di morire o di seguire la terapia di stato, farebbero un passo da gigante se si accorgessero di questa cosa.

La libertà di cura è alla base di una democrazia liberale. Imporre, per qualsiasi motivo una terapia è l’anticamera della “non-democrazia“. Questa visione prevede uno stato etico che vuole pretendere di sapere ciò che è giusto per te, sulla base di una standardizzazione della massa, studiata scientificamente e socialmente.

Ivan Catalano

Libertà di Cura e Diritto alla Salute

L’articolo 32 della costituzione è dedicato al Diritto alla Salute. Recita così:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Il testo è molto essenziale, breve, usa solo le parole strettamente necessarie per definire il concetto. Da questo articolo possono derivare due interpretazioni possibili: quella socialista e quella liberale. La prima considera lo stato come il genitore che deve accudire i cittadini come i suoi figli, la seconda considera i cittadini in grado di provvedere a se stessi. Quella socialista può essere ulteriormente suddivisa in quella conservatrice o progressista. La prima considera il genitore una autorità nei confronti dei figli, la seconda invece considera  il genitore più un amico un compagno di viaggio, ma entrambe, come dicevo prima, prevedono un ruolo attivo della sanità pubblica, che sa cosa è giusto per te.

A me piace di più la visione liberale del Diritto alla Salute. I motivi sono semplici: lascia all’individuo la scelta di ciò che lui reputa essere la sua salute, lo responsabilizza, lo fa uscire dall’ignoranza del “non sapere”.

Bisogna stare attenti a non confondere i piani di interpretazione. Uno è quello della ricerca scientifica medica, un’altro è quello dell’assistenza sanitaria e dell’intervento dello stato e l’ultimo è l’autodeterminazione dell’individuo. Possono coesistere tutti e tre senza prevalere l’uno sull’altro e questo la visione liberale lo fa. Quando si impone una cura, quando si pretende che l’ultima verità scientifica sia quella giusta, istituzionalizzando la “scienza di stato” (per approfondire), quando si intromette la fede religiosa (in ambito medico e assistenziale gli enti religiosi la fanno da padrone), beh allora si invade la sfera dell’individuo, a tal punto da negargli il Diritto alla Salute.

Come dice la Costituzione a nessuno deve essere negata la possibilità di accedere alle cure mediche, e lo Stato deve intervenire in caso di indigenza. L’obbligo ad un trattamento sanitario si ha come estrema urgenza sanitaria, che va riconosciuta e non paventata. Li si che serve una certezza misurabile e non solo ipotetica. Ogni trattamento sanitario, ogni farmaco, ogni operazione comporta dei rischi, l’individuo sulla base della valutazione personale di questi rischi può e deve decidere sulla sua salute e cura, con l’aiuto della professionalità del medico di sua fiducia. Quando lo Stato per ragione di urgenza valuta scientificamente (e non politicamente o ideologicamente) che i rischi collettivi sono maggiori di quelli individuali, allora e solo allora può obbligare un trattamento sanitario.

Non dimentichiamoci l’altra faccia della medaglia: il Medico. Anche lui ha diritto ad una libertà di azione (per approfondire leggi il mio commento alla Legge Gelli). Quando si impone la “scienza di stato” la sua libertà diventa limitazione, il suo agire nobile, pura e semplice burocrazia. Quando lo Stato crea i suoi enti scientifici, gli ordini professionali vincolando la professione ad essi, e poi li politicizza usandoli come armi, il dibattito scientifico si trasforma, e solo “posizione dominante nel campo della politica medica” viene presa in considerazione.

Chi decide qual è la posizione dominante se non la politica e gli interessi di parte?

Vi lascio con la lettura di un testo sconfortante, pubblicato sul sito della nostra autorità di vigilanza sul farmaco AIFA. Mi lascia senza parole come la lotta alla “ciarlataneria” sia usata per screditare la Libertà di Cura.

Ivan Catalano

Forum breadcrumbs - Sei qui:Forum

Forum

SanitàUltimo messaggio
Libertà di Cura0 Topic · 0 MessaggiNessuna topic per ora!
Nessuna topic per ora!
Statistiche
0
Topic
0
Messaggi
0
Visualizzazioni
2
Utenti
0
Online
Ultimo utente registrato: ivan Catalano · Attualmente nessuno è online.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi